Busto di Cristo Salvatore

Busto di Cristo Salvatore

Svizzera / Genève / Museo d'arte e storia

Guillaume de Peytoz

attribuzione; Guillaume de Peytoz, alias de Boes

Genève, Musée d’Art et d’Histoire

Ginevra, cattedrale, facciata della cappella dei Maccabei

Busto di Dio Padre benedicente

1428 (verso)

MAHG EPI 264

pietra molassa

intaglio a tutto tondo

cm 87 (h)

Deonna W., Légendes et traditions d’origine iconographique en particulier dans l’ancienne Genève, in «Genava», t. II, Ginevra 1924, p. 299, fig. 7. Deonna W., Pierres sculptées de la vieille Genève, Ginevra 1929, p. 157, n. 350. Naef H., La chapelle de Notre-Dame, dite des Macchabées, à Genève, in «Genava», n.s., t. XV, Ginevra 1937, pp. 115-118, tav. V. Deonna W., Les arts à Genève : des origines à la fin du XVIIIe siècle, Genève 1942, p. 168, fig. 131-132. Deonna W., La sculpture monumentale de la cathédrale Saint-Pierre à Genève, in «Genava», n.s., t. XXVII, Ginevra 1949, pp. 208-216. Wälti R., Empeyta J.-F., Saint-Pierre, cathédrale de Genève. Un monument, une exposition, cat. della mostra, Ginevra 1982, n. 85. Elsig F., in Castelnuovo E., De Gramatica F., Il gotico nelle Alpi 1350-1450, cat. della mostra, Trento 2002, pp. 486-487, n. 34. Schätti N., Jean Prindale et l'activité des ateliers de sculpture franco-flamands à Genève et en Savoie au tournant des XIVe et XVe siècles, in «Art + architecture en Suisse», 3, anno 58, Berna 2007, pp. 13-22.

La datazione della scultura e del suo omologo raffigurante Dio Padre (EPI 263) è piuttosto controversa. Alcuni vi hanno scorto la mano di Jean de Prindall, attivo nella cattedrale di Saint-Pierre tra il 1414 e il 1416, oppure di uno scultore a lui collegato, Guillaume de Boes, alias Peytoz, che avrebbe portato a termine la decorazione scultorea della cappella, dopo la sepoltura del cardinale Jean de Brogny, intorno al 1428. Tale data parrebbe supportata dallo sforzo realistico che permea le due sculture, caratteristico degli anni ’30 del XV secolo, e dalla linea stilistica marcatamente espressiva di influenza tedesca, ben testimoniata dall’arte savoiarda coeva. Una datazione alla fine del XV secolo è stata infine proposta sulla base del realismo pronunciato che queste opere esprimono. Le statue, attualmente sostituite da copie, erano poste entro nicchie lungo la parete della cappella. Le sculture, prima di essere tagliate all’altezza dei fianchi, erano probabilmente statue a figura intera appartenenti a un medesimo gruppo raffigurante la Trinità. L’opera è consunta e lacunosa in più punti; avambracci perduti.

Konrad Witz et Genève, Ginevra, Museo d'arte e storia, 31.10.2013-23.02.2014

• 2002 - Musée d'art et d'histoire de Genève
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