Busto reliquiario di santa Margherita

Titolo
Busto reliquiario di santa Margherita
Localizzazione
Svizzera / Genève / Museo d'arte e storia
Autore
Peter o Mattelin Vuarser (Ginevra)
Proprietà
Genève, Musée d’Art et d’Histoire
Provenienza
Ginevra
Data
1500 (verso)
Inventario
MAHG F 404
Materia
Noce
Tecnica
Intagliato, dipinto e dorato (tracce), cavita rettangolare a tergo
Misure
cm 30.5 (h) x 25.5 (l) x 15.5 (p)
Bibliografia
Baiocco Simone, Morand Marie Claude (dir), Des saints et des hommes : L'image des saints dans les Alpes occidentales à la fin du Moyen Âge, [cat. d'exposition, Chambéry, Château des ducs de Savoie, 3 mai- 31 décembre 2013; Sion, Centre d'exposition de l'Ancien Pénitencier, 17 mai - 22 septembre 2013; Genève, Maison Tavel, 31 mai - 22 septembre 2013; Annecy, Musée-Château, 7 juin - 22 septembre 2013; Aoste, Musée du trésor de la cathédrale, 28 juin - 22 septembre 2013; Suse, Musée diocésain, 29 juin - 22 septembre 2013], Milan, 2013, p. 75-76. Deonna Waldemar, Collections archéologiques et historiques : Moyen Age et Temps Modernes, Genève, Musée d'art et d'histoire, 1929, p. 11. Lapaire Claude, Musée d'art et d'histoire, Genève, Genève/Zurich, 1991, p. 58, n° 63, fig. Lapaire Claude, Sculptures sur bois du Moyen Age, Images du Musée d'art et d'histoire, n° 30, Genève, 1986, n° 21, p. 31, fig.
Note storiche
Il busto presenta un cavità sul retro, destinata ad accogliere le reliquie: quella originaria, di forma quadrata, è stata poi ingrandita in epoca imprecisata. Sono visibili segni di scalpello in corrispondenza di occhi, labbra e mento. La parte inferiore della scultura risulta segata. Le tracce residue di policromia e doratura attestano che nel Medioevo il busto era dipinto e dorato. L’opera venne donata nel 1820 dal medico e politico Louis André Gosse (1791-1873), al Musée académique di Ginevra (1818-1872), che raccoglieva collezioni di archeologia e di storia regionale, con l’attestazione di una provenienza da Mornex (Haute-Savoie), nei pressi di Ginevra. Questo personaggio aveva certamente ereditato la scultura dal padre, Henri Albert Gosse (1753-1816), dal momento che quest’ultimo possedeva, dal 1802, una proprietà nel villaggio di Mornex, dove risiedeva stabilmente e che comprendeva le rovine del castello. È probabile che il busto reliquiario si trovasse in origine in una chiesa di Ginevra e che sia stato trasferito nel castello di Mornex negli anni subito successivi alla Riforma protestante, dopo il 1536, per sfuggire ad eventuali atti iconoclasti. La giovane santa indossa una veste elegante e un diadema in oreficeria ornato di pietre preziose ; questo è posato su un’acconciatura elaborata: i capelli infatti sono raccolti in larghe trecce arrotolate su sé stesse e trattenute in una retina ricamata di perle. Questo tipo di acconciatura era diffuso tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Anche lo scollo della veste, con un bordo in pizzo, è impreziosito da perle cucite direttamente sull’abito. La profusione di perle non è casuale, ma ha un significato simbolico e identitario. In assenza dell’attributo specifico della santa (il drago), la presenza insistita delle perle serve a designare santa Margherita, dal momento che le perle richiamano l’etimologia del suo nome: “Margarita” in latino significa perla. Nata in una nobile famiglia di Antiochia nel III secolo d. C., Margherita è tradizionalmente raffigurata come una principessa, con abiti di stoffe lussuose ricamati di perle e un diadema sul capo. In Oriente il suo culto si diffonde molto presto, mentre in Occidente le prime testimonianze risalgono al VII secolo. Durante il Medioevo conosce una grande devozione popolare, soprattutto da parte femminile. Come Caterina e Barbara, fa parte, dal XIV secolo, dei Quattordici santi ausiliatori, che vengono invocati in casi di particolari necessità e di gravi malattie. È venerata in particolare dai gioiellieri e dagli scultori. Il suo culto è molto radicato nei territori dell’antico ducato di Savoia, nel Valais e a Ginevra. La scultura è di grande qualità : il volto ovale, dalle forme dolci e piene, è caratterizzato da una fronte molto alta e arrotondata, sopracciglia appena accennate, occhi a mandorla poco infossati e guance prominenti; collo, spalle e seno sono lavorati con particolare finezza. La cura dei dettagli e la raffinatezza dell’intaglio indicano la mano di un artista di talento, probabilmente attivo a Ginevra, data la provenienza storica dell’opera. Il riferimento possibile è agli scultori Peter e Mattelin Vuarser, padre e figlio, che dirigevano una delle più importanti botteghe di scultura del legno di Ginevra, attiva tra il 1470 e il 1530 (SCHÄTTI 2012). Tra le opere ad essi attribuite, un pannello con il Cristo in croce, databile tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo (Ginevra, Musée d’art et d’histoire de Genève, inv. 5251), e soprattutto gli stalli della cattedrale di Saint-Jean-de-Maurienne in Savoia (1498: ABALLÉA, LAPAIRE 1991, p. 18). Questi, in particolare, presentano figure con lo stesso tipo di modellato: come risulta evidente confrontando alla santa Margherita di Mornez, le giovani sante e la Madonna col Bambino. Opere tutte, in cui si ritrovano gli stessi visi di forma ovale, il modellato dolce e le forme piene del collo. Coevo agli stalli, il busto reliquiario di santa Margherita è senza dubbio uscito dallo stesso atelier all’opera a Saint-Jean-de- Maurienne.
Esposizioni/Mostre
Ferveurs médiévales. Représentation des saints dans les Alpes, Ginevra, Maison Tavel, 30.05. - 22.09.2013

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